Immobile  di 5000 mc con ampissimo scoperto e con 2 accessi di cui uno diretto sul piazzale di Villa Manin

Destinazione: Residenziale-turistico, Ricettivo, Direzionale, Commerciale.

Previsioni meteo

Area di Intervento

Il progetto, per altro già approvato, prevede la creazione di una struttura ricettiva di alto livello e di un centro benessere.

Brochure del progetto

Eventi a Villa Manin

Il complesso di Villa Manin, situata a Passariano nel comune di Codroipo (Ud), è uno dei monumenti artistici più significativi della storia del Friuli Venezia Giulia, nonché uno dei simboli più conosciuti del turismo e della cultura regionale. Le vicende secolari, la grandiosità e la suggestione dell'insieme con il legame indissolubile della parte edificata a verde storico, contribuiscono a rendere tale residenza il più significativo esempio della civiltà di villa veneta nellaRegione.
Nel Cinquecento il nobile friulano Antonio Manin, in armonia con la nuova politica economica della Repubblica di Venezia, che alla perdita del dominio dei mari oppone un interesse per la terraferma, crea una grande azienda agricola ponendovi al centro, quale elemento motore, una casa padronale. Suo nipote Ludovico la trasforma in un complesso organico che tiene conto delle necessità rurali ma anche delle esigenze di rappresentanza. La posizione geografica strategica, l'imponenza straordinaria delle dimensioni, l'impianto architettonico dal forte carattere scenografico e la ricchezza delle decorazioni pittoriche e scultoree, rispondono evidentemente al fasto che i Manin esigevano. Nell'insieme, il complesso monumentale appare agli occhi del visitatore più come una reggia che come una villa.
Come per la maggior parte delle costruzioni analoghe, anche per Villa Manin l'insegnamento del Palladio è determinante. Sembra che l'autore del progetto secentesco sia lo stesso Ludovico Manin che fa tesoro della lezione di Baldassarre Longhena, fedele ed efficace divulgatore dei modi Palladiani. A dare il tocco finale alla Villa, nella prima decade del secolo diciottesimo, fu anche l'architetto Domenico Rossi, impegnato dalla nobile famiglia anche a Venezie e Udine. La Villa che conobbe momenti di splendore prima della caduta della Repubblica di Venezia e con essa dell'ultimo Doge, Ludovico Manin, diviene in seguito quartier generale di Napoleone Bonaparte: ed è proprio qui che sarà firmato il “Trattato di Campoformido”, con cui veniva sanzionata la fine della secolare potenza di Venezia (17 ottobre 1797). L'edificio residenziale e il parco che l'attornia sono caratterizzati da una singolare stratificazione stilistica: il loro aspetto si adeguò nel tempo ad esigenze sorte in epoche diverse. È così che ai fasti barocchi dei caratteristici laghetti, delle numerose fontane e delle statue che popolarono il giardino nel corso del XVIII secolo, si aggiunse la creazione di spazi idilliaci e appartati, tipici della concezione romantica ottocentesca, con cui si rivalutava il rapporto tra l'uomo e la natura. Per l'estensione e l'importanza artistica che riveste, quello di Villa Manin è considerato il parco storico più importante della regione.

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